Ali, ovvero come nasce un quadro
Molti amici, del web e dal vivo, mi chiedono come nasce un quadro, a cosa mi ispiro e cose del genere.
Vorrei spiegarvelo in poche parole, ma è estremamente complesso, perché non è una formula matematica, ogni pittore ha un suo metodo, una sua visione personale un suo schema e ogni quadro è un mondo a sé stante!
Proverò a spiegarvi il mondo che vive nei miei quadri, ce ne sono tanti tipi: alcuni sono poco più che schizzi, sensazioni immediate che ho reso tangibili col pennello, quasi degli attimi.
Poi ci sono le opere su commissione, in cui il mio pensiero si incontra, scontra a volte, con quello del cliente, a volte dipingo per dipingere, sono sensazioni che affiorano attraverso un’immagine, magari anche presa da una foto e infine opere che nascono con difficoltà, che sono pensate, ragionate, disegnate mille volte e mille volte cancellate, che stanno li a galleggiare sul pelo dell’acqua, finché mi rendo conto che sono mondi interi e mi decido a parlare con loro a renderle reali.
A volte dipingo di getto e concludo in poco tempo, a volte passo ore su un dettaglio che non mi convince.
E’ un argomento talmente vasto che inizierò con lo spiegarvi come è nato “Ali” il secondo dipinto in valigia. Esso è strettamente connesso al primo (qui trovate il link)..
Per cominciare: il supporto è la tela, il tessuto, su cui ho dato un fondo di gesso acrilico misto colore acrilico giallo e ocra (uso volentieri Ferrario e sto iniziando ad usare i Sennelier presi da ArcoUfficio a Savona).
Pensavo di iniziare il disegno sul cartone preparatorio mentre il fondo asciugava, ho disegnato e ridisegnato schizzi (potete vederne alcuni su Facebook e su Instagram), ho ascoltato musica, pensato, camminato, il fondo è asciugato e sono passate ore e poi giorni, ma niente, l’idea era li che mi guardava imbronciata, chiedendosi come mai non la vedessi per intero. In sostanza non ne cavavo un ragno dal buco!
Eppure lo sapevo, volevo dipingere sul giallo, un colore di sole e di ottimismo, avevo anche già scattato delle foto per indovinare la posizione del personaggio, ma tutto mi sembrava così banale…
Così ho atteso e portato avanti altri lavori
Poi un giorno piano piano ho iniziato a disegnare e poi dipingere un quadro che voleva avere il sapore della rinascita, avevo pensato alla fenice, ma sarebbe stata banale, così ho dipinto un pettirosso, appoggiato sulla spalla di una ragazza.
Questo piccolo volatile regge nel becco un foglietto su cui sono disegnate delle ali, il foglietto sta lentamente bruciando ed è da li che prende vita il quadro, sono ali di fumo che salgono verso il cielo, libere nell’aria.
Questo è il senso che ho pensato di dare al quadro, la rinascita.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate voi, attendo i vostri pareri! E non dimenticate di seguirmi su Instagram con l’hashtag #dipintiinvaligia