Ultimo/primo post dell’anno
Mi piace dare un nome alle cose, ma devo stare attenta a saperle riconoscere anche senza di esso, altrimenti la parola di per se, svuotata del suo cuore, diventa un contenitore vuoto, una gabbia.
Cos’è un anno? E’ tempo, è vita, è una misura dentro cui richiudiamo attimi di eterno presente, il bilancio di fine anno è una cosa sciocca, se si riduce a parole che sono solo gabbie e non possono racchiudere il complesso di istanti che viviamo… non dico che non ci siamo periodi peggiori di altri, ma se non sappiamo guardare le piccole gioie, i piccoli momenti buoni, ma solo le negatività ecco, forse siamo già morti.
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questo è un discorso che voglio dedicare a me stessa per prima, per ricordarmi di saper vedere e riconoscere sempre ciò che di buono ho intorno, perché molte cose (non tutte) sono questione di punti di vista, il classico bicchiere mezzo pieno, mezzo vuoto o… rotto (come dicono che lo vedo io… ma con un bicchiere rotto puoi fare un sacco di cose!).
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Mi ha fatto molto riflettere in questi ultimi tempi la canzone Cherofobia di Martina Attili (qua il link se volete ascoltarla e qua la Pagina Facebook), parla della paura della felicità… per me si traduce in una mania del controllo, legata a una personale legge dell’equilibrio che dice che a gioia corrisponde dolore e viceversa, per cui se tengo sotto controllo la gioia controllo anche il dolore… come a illudersi di controllare il futuro, di mitigare il brutto…
beh, no, non è possibile.
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possiamo solo avere fiducia in noi e nel nostro modo di reagire, amare, pensare e in alcuni casi non ci è concesso molto altro… ma sapete quanto può migliorare la giornata un sorriso?
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A questo punto ho ancora una riflessione, a proposito di sorrisi: avete mai visto una luce che soffoca altre luci? Io no.
Io penso che se ci sono tante luci essi possano solo brillare insieme…
Ripenso al concerto di quest’estate a Cervere (l’Anima Festival), quando si sono accesi tutti i telefonini tra il pubblico e hanno brillato tutti insieme seguendo il suono della musica di Ermal Meta (qua la Pagina Facebook): era uno spettacolo bellissimo, nessuno brillava più di altri (ok, non ho controllato personalmente, ma l’apparenza era quella 😀 ) e soltanto tutti insieme potevano portare questa sensazione di luce viva dentro ad ogni persona che era presente. Ovvio, ognuno era unico, un puntino a sé stante, ma se fosse stato uno solo a brillare sarebbe stato uno spettacolo ben triste.
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Questo è quello che penso della vita, della pittura, dell’arte in generale.
La luce non offusca la luce, semmai la rafforza.
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Con l’augurio di saper riconoscere e curare ognuno le proprie ombre, sono preziose quanto la luce purché non incolpiamo il resto del mondo di averle generate per noi.
Auguro a tutti un anno sereno, pieno di gioia e amore!
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A presto con nuovi progetti!
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